Ictus (Afasia Percettiva, Afasia Trasmissiva)

L’afasia è un condizione che caratterizza frequentemente il periodo che intercorre tra l’ictus e la ripresa del paziente che ha subito l’evento cerebro-vascolare

I sopravvissuti a un ictus riportano danni cerebrali che comportano afasia cronica, incapacità di comprendere o di esprimersi verbalmente in modo corretto. Per molto tempo questi soggetti permarranno in questa condizione clinica. Questa problematica modificherà molto la loro quotidianità e ciò porterà ad una diminuzione della qualità della vita e ad un probabile malessere psicologico.

Nel momento in cui si verifica un’interruzione del flusso sanguigno arterioso (ricco di ossigeno) in un’area del cervello, le cellule cerebrali di quell’area vanno incontro a morte e le relative funzioni controllate da quell’area vengono perse (movimento di un arto, linguaggio, vista, …). Il 10-20% delle persone colpite da ictus cerebrale muore entro un mese, per il 10% risulta fatale a causa delle complicazioni entro il primo anno di vita Tra i sopravvissuti una gran parte viene colpito da una qualche forma di disabilità; solo il 25% guarisce completamente.

La riabilitazione post-ictus assume quindi un ruolo fondamentale per il paziente, con l’obiettivo di permettergli un recupero che possa essere il migliore possibile.

Generalmente l’ictus può causare cinque tipi di disabilità:

  • paralisi o disturbi del movimento,
  • disturbi sensoriali (tra cui il dolore),
  • disturbi del linguaggio o di comprensione ( trattati dalla logopedista)
  • disturbi del pensiero e/o della memoria (trattati dalla logopedista)
  • disturbi emotivi (trattati dalla logopedista e psicologo).

Il processo di riabilitazione aiuta a recuperare le abilità che vengono perdute quando una parte del cervello viene danneggiata.

La riabilitazione può insegnare modi nuovi per gestire le difficoltà, per aggirare o compensare eventuali disabilità residue: i pazienti possono aver bisogno di imparare a lavarsi e vestirsi usando una sola mano, oppure comunicare efficacemente pur se la capacità di parola è stata compromessa.

La terapia riabilitativa inizia fin dall’ospedale, non appena la condizione generale del paziente si sia stabilizzata. Iniziare a riacquistare la capacità di svolgere le attività di base della vita quotidiana rappresenta la prima tappa del ritorno all’indipendenza per il paziente. Per alcuni pazienti la riabilitazione sarà un processo continuo, con l’obiettivo di mantenere e raffinare le competenze, che potrebbe comportare la collaborazione con specialisti fino a mesi o anni dopo l’ictus.

Anche se alcune persone possono recuperare rapidamente, molti pazienti hanno bisogno di assistenza a lungo termine a seconda della localizzazione del danno. Almeno un quarto di tutti i pazienti sopravvissuti ad ictus presentano problemi di linguaggio, che comprendono la capacità di parlare, di scrivere e di comprendere la lingua parlata e scritta.

Un danno a uno dei centri di controllo linguistico del cervello può gravemente compromettere la comunicazione verbale; i centri responsabili si trovano nella parte sinistra del cervello per i destrimani e nel lato destro per i mancini. Compromissioni gravi di queste strutture possono causare la comparsa di afasia espressiva, un disturbo che causa difficoltà a esprimere pensieri con la parola e la scrittura. Si perde la capacità di parlare e di mettere insieme parole in frasi coerenti e grammaticalmente corrette.

Al contrario, danni a un centro linguistico situato in una parte posteriore del cervello, provocano l’afasia recettiva, che causa difficoltà a comprendere la lingua parlata o scritta e la formulazione di discorsi incoerenti e privi di significato (anche se grammaticalmente corretti). La forma più severa di afasia, l’afasia globale, è causata da danni gravi ed estesi a diverse aree del cervello coinvolte nella funzione linguistica; i soggetti colpiti perdono quasi tutte le loro abilità linguistiche e non riescono a capire il linguaggio o utilizzarlo per comunicare il proprio pensiero.

L’ictus può causare danni a parti del cervello responsabili della memoria, dell’apprendimento e della consapevolezza. Il soggetto può veder ridotti i tempi di attenzione, o potrebbero sperimentare deficit nella memoria a breve termine. Si perde la capacità di elaborare strategie, comprendere significati, apprendere nuovi compiti o impegnarsi in altre attività mentali complesse.

Due deficit abbastanza comuni derivanti da ictus sono:

  • l’anosognosia, in cui il paziente il paziente non è consapevole del suo stato di malattia e manifesta invece la ferma convinzione di possedere ancora le capacità che in realtà ha perso in seguito a lesione cerebrale;
  • l’aprassia, ossia l’incapacità di compiere gesti coordinati e diretti a un determinato fine.

 

La logopedista deve tener presente che le persone che hanno avuto un ictus avvertono

  • paura,
  • ansia,
  • frustrazione,
  • rabbia,
  • tristezza
  • e un senso di dolore per le loro perdite fisiche e mentali.

Questi sentimenti sono una risposta naturale al trauma psicologico dell’ictus. Alcuni disturbi emozionali e cambiamenti di personalità sono causati dagli effetti fisici dei danni cerebrali.

La depressione clinica, che è un senso di disperazione che interferisce con la capacità dell’individuo di reagire, sembra essere il disturbo emotivo.  I sintomi della depressione clinica includono

  • disturbi del sonno,
  • un cambiamento radicale nei modelli di alimentazione che possono portare ad improvvise e consistenti variazioni di peso corporeo,
  • letargia,
  • ritiro sociale,
  • irritabilità,
  • affaticamento,
  • pensieri suicidi.

La depressione post-ictus può essere trattata con farmaci antidepressivi e psicoterapia.

Dott.ssa Logopedista Claudia Antognozzi